Le parole e la memoria

Antioco Zurru

Settembre 2000

(da Il Provinciale oggi del 15 ottobre 2000)

La edizioni Fiore, con il lavoro di Zurru, ha voluto aggiungere prestigio culturale alla collana del decennale.
Il libro sarà presentato ufficialmente nel contesto della mostra dell'agroalimentare che, come sempre, si terrà a Gonnosfanadiga nel mese di dicembre. Il Comune e la Pro Loco della cittadina campidanese hanno voluto inserire la presentazione nella più importante manifestazione gonnese. Un tributo ben meritato dal concittadino che ha prodotto un autentico “capolavoro” intendendo con questo termine, forse, l'inizio di altri lavori sul tema. Antioco Zurru, quarantotto anni, docente di lettere negli Istituti di istruzione secondaria, è un raffinatissimo ricercatore linguistico tanto che il suo “Le parole e la memoria” è un piccolo scrigno in cui il rigore della ricerca si armonizza con l'eleganza espressiva anche quando le locuzioni e soprattutto le similitudini nascono in arguti benché rustici ambienti culturali inclini ad imporre le proprie convinzioni etiche con toni forti al limite della scurrilità se non oltre i limiti. D'altronde anche, e forse soprattutto, questi linguaggi testimoniano della più autentica e frizzante saggezza popolare. Tali espressioni non potevano essere ignorate da un acuto ricercatore come Zurru.
Si noti con quanta elegante precisione Zurru traduce il significato di queste tre similitudini:
PARRIS UA PUDDA CU A BENTU
Per lo più riferito a donna sciatta e trasandata, è ancora la minuta osservazione realistica che coglie l'istante preciso in cui il vento arruffando le piume della gallina le conferisce un aspetto di bizzarro e goffo disordine.
SEMPRI CETTENDU CHE BAGASSAS BECCIAS
Detto di persone petulanti e irascibili a cui si attribuisce la garrula e sfrontata litigiosità di sfiorite meretrici pronte ad accapigliarsi per un improbabile cliente.
AFFATTAU CHE CAI PIDAU
L'apprensione di chi teme le spiacevoli conseguenze di una mancanza che verrà inevitabilmente scoperta; ma l'attenzione si focalizza qui sull'immediatezza visiva della scenetta evocata.
Siamo di fronte ad un autore di rare capacità, sepolto dalla sua stessa riottosità alla comunicazione con l'esterno. Sembra quasi che Zurru goda di se stesso e per se stesso del suo valore e del suo sapere, quasi che il mondo esterno gli fosse ostile. Solo una volta, una decina d'anni fa diede alle stampe un libro di poesie “Exsercitia” dopodiché più nulla. Un autore da stanare e da scoprire che può e deve dare ancora molto. Il libro, cento pagine intense, si propone come importante contributo al processo di rivalorizzazione della lingua e della cultura sarde. La veste editoriale sobria ed economica contiene locuzioni idiomatiche e curiosità etimologiche, similitudini, fraseologia, arguzie, proverbi e sentenze, formule interiettive di riprensione e di malaugurio e in appendice tratta di alcuni fenomeni fonetici caratteristici della variante campidanese del Sardo.
La presentazione è stata affidata al professor Matteo Porru altro illustre cultore di linguistica Sardo-campidanese che coerentemente con la sua ostentata sardofonia, ha voluto scriverla interamente in Sardo
Gerardo Addari

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