Memorie di un Ribelle

di Ribelle Montis

(maggio 2010)

Edizioni Fiore - 120 pagine - 12 euro


Nasce come un atto d’amore verso la famiglia e verso il partito comunista il libro “Memorie di un Ribelle”. È testimonianza forte e amara del vissuto di un uomo, Ribelle Montis, che ha messo la coerenza e l’onestà al primo posto in tutta la sua lunga vita. Questi i presupposti su cui si fonda tutto il libro, 120 pagine dense di informazioni e documentazione difficilmente reperibili altrove.
Due i fili conduttori del libro, che procedono nel racconto in modo parallelo, indipendenti, ma che si sostengono a vicenda.
La testimonianza forte della sua famiglia, con un padre comunista anarchico che in periodo fascista, con la coerenza di chi sa di essere nel giusto, non volle piegarsi e stette fermo sulle sue convinzioni fino ad arrivare al carcere. E questo pur sapendo di lasciare moglie e figli soli, a casa, ad affrontare tempi difficili e il giudizio della gente. Non stupisce quindi apprendere dal racconto che il padre dell’Autore, che gli diede il nome Ribelle, fosse richiamato dall’autorità prefettizia e invitato ad ‘abiurare’ cambiando il ‘fastidioso’ nome. Cosa che naturalmente non fece. Ma la storia intera si legge in modo garbato nel libro. Dalla parte che racconta la storia della sua famiglia d’origine emerge forte il ritratto della mamma, dal carattere forte e silente, che trasmette un senso di giustizia e rettitudine. Gli stessi sentimenti, pur più sfumati forse per un senso di pudore, si colgono nelle righe che tratteggiano la sua famiglia, con una moglie sempre disposta a sostenerlo, anche nelle lotte più forti, fino ad opporsi alla forza pubblica a Montevechio durante l’occupazione delle miniere. Poi due figli, una famiglia bella e serena che ha saputo affrontare unita le avversità del destino.
E ancora le testimonianze politiche: da quando giovane 26enne divenne sindaco di Guspini e si prodigò a far fare alla cittadina un grosso passo avanti nello sviluppo sociale: l’organizzazione dei lavoratori disoccupati, scuole, case popolari, strade di campagna, dighe… un percorso che si intreccia con la sua partecipazione politica di sinistra tanto da diventare nel 1947 funzionario del Partito Comunista Italiano. Montis vi rimane fino alla scissione del PCI, poi contribuisce in maniera sostanziale alla costruzione di Rifondazione Comunista. Settant’anni, già consigliere regionale nel 1969-1974 (4ª legislatura) e consigliere provinciale per tre legislature, si rimette in gioco e viene rieletto nell’undicesima legislatura (1994-1999), dove contribuisce in maniera sostanziale a far eleggere presidente Federico Palomba. Anche Rifondazione si spacca, per quel destino che pare segnare tutti i partiti della sinistra a cominciare dal 1929, e Montis diventa poi presidente del Partito dei comunisti italiani in Sardegna.
Importante lettura, dove il filo conduttore della storia politica si intreccia con la storia umana e familiare di Montis. Un libro che contiene una testimonianza forte, da leggere per conoscere meglio la storia della nostra terra.
Edizioni Fiore, pag.120, € 12,00. In edicola ed in libreria.

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